MARIENI SAREDO

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PERSONAGGI CITATI - BREVI NOTE BIOGRAFICHE

 
 

 

Lorenzo Mascheroni  (Bergamo, 13 maggio 1750 – Parigi, 14 luglio 1800)Figlio di Maria Ciribelli e Paolo Mascheroni dell'Olmo, ricco proprietario terriero, fu avviato alla carriera ecclesiastica e fu ordinato sacerdote a 17 anni. Iniziò subito la carriera di insegnante, prima di retorica e poi di fisica e matematica al Seminario di Bergamo.
Nel 1786 fu nominato professore di algebra e geometria all'Università di Pavia, della quale divenne rettore tre anni dopo, fino al 1793. Dal 1788 al 1791 fu anche a capo dell'Accademia degli Affidati; tra gli onori ricevuti in quegli anni per i suoi meriti scientifici ci fu la nomina ad Accademico di Padova e membro dell'Accademia Reale di Mantova, oltre che della Società Italiana delle Scienze.
I suoi contributi più importanti riguardano l'analisi matematica, con studi legati ai logaritmi naturali, e le costruzioni geometriche, con la dimostrazione che i problemi risolubili con riga e compasso possono essere risolti usando il solo compasso.
Ebbe anche una carriera politica, essendo stato eletto nel 1797 deputato della Repubblica Cisalpina, che lo inviò a Parigi per studiare il sistema metrico decimale che era stato allora appena introdotto. Terminato il suo incarico, non poté però tornare in patria a causa dell'occupazione austriaca di Milano, e morì l'anno successivo, dopo una breve malattia.
LORENZO MASCHERONI (1750-1800), Italian geometer, was professor of mathematics at the university of Pavia, and published a variety of mathematical works, the best known of which is his Geometria del compasso (Pavia, 1797), a collection of geometrical constructions in which the use of the circle alone is postulated. Many of the solutions are most ingenious, and some of the constructions of considerable practical importance.
There is a French translation by A. M. Carette (Paris, 1798), who also wrote a biography of Mascheroni. See Poggendorff, Biog. Lit. Handworterbuch.

http://it.wikipedia.org/wiki/Lorenzo_Mascheroni

 

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Anton Francesco Grazzini, detto il Lasca (Firenze, 1503 – Firenze, 1584) è stato un poeta, scrittore e commediografo italiano. Nasce da una famiglia di farmacisti. Il padre era invece notaio.
Antonfrancesco non segue le orme dei suoi familiari, e decide di non lavorare nella farmacia di famiglia; tuttavia vi rimane associato; sin da giovane si nota la sua natura anticonformista, il suo essere insofferente alle regole e alle pedanterie. Non compie studi regolari, ma da autodidatta si costruisce una solida cultura; volutamente non impara né il greco né il latino, preferendo e lodando la lingua italiana. Fermamente criticò l'uso aristocratico di queste lingue, e combatté la sua battaglia soprattutto con l'ironia, l'umorismo e la satira. Fu tra i fondatori, nel 1540 dell' Accademia degli Umidi , da cui viene espulso nel 1547, (a causa delle sue idee anticlassiciste), per poi essere riammesso nel 1566.
Nel 1582 fonda insieme a Leonardo Salviati e altri, l' Accademia della Crusca (tutt'ora esistente), creata per mantenere la "purezza" della lingua italiana, e preservarla da ogni contaminazione.In difesa della tradizione letteraria della poesia giocosa curò la pubblicazione e la stampa delle poesie di diversi , tra cui del Berni, del Burchiello, e di altri poeti berneschi e burchielleschi. Grazzini non fa mistero della sua omosessualità ; se non avesse parlato direttamente nelle sue opere, noi non avremmo oggi altra testimonianza,.
Dopo aver dedicato l'intera vita alla letteratura, morì a Firenze e fu sepolto nella tomba di famiglia nella chiesa di san Pier Maggiore (abbattuta nel 1784).       
 
http://www.giovannidallorto.com/biografie/grazzini/grazzini.html

 
http://it.encarta.msn.com/encyclopedia_981530872/Grazzini_Anton_Francesco.html


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Antonio Cagnoli  nato  a  Zante, il  29  settembre  1743  morto a  Verona il  6  agosto  1816. 

 

 

E' stato diplomatico, astronomo e matematico.
Figlio di Ottavio Cagnoli, attese agli studi letterari e diplomatici e fu cancelliere del governatore veneto nelle isole Ionie. Entrò nella cancelleria della Repubblica Veneta già all'età di quindici anni e seguì la carriera diplomatica del padre. In seguito divenne cancelliere del capitano di Bergamo nel 1767, poi segretario dell'ambasciatore veneto Marco Zeno prima a Madrid nel 1772 e poi a Parigi nel 1775.
Nei primi anni '80 del Settecento scoprì la passione per l'astronomia, forse dopo aver messo l'occhio a un piccolo telescopio durante una serata del 1780 in un salotto dell'aristocrazia, e si dedicò ad essa sotto la guida di J.J. Lefrançois de Lalande.
Conquistò in breve la stima dei maggiori scienziati francesi dell'epoca e alcuni suoi studi furono pubblicati nelle Memoires de l'Académie Royale des Sciences; collaborò anche all'Encyclopédie methodique.
Nel 1781 allestì un piccolo osservatorio personale a Parigi acquistando colà diversi strumenti.
Rientrato a Verona nel 1786 abbandonò la carriera diplomatica e trasferì da Parigi gli strumenti del suo osservatorio personale, con i quali fondò nel 1786 la specola veronese di via Quattro Spade nel secentesco palazzo al numero civico 18, di essa ebbe

parole lusinghiere l'astronomo vicentino Giuseppe Toaldo.. Proseguì le ricerche e pubblicò diversi lavori di matematica e astronomia, tra cui un metodo

per determinare le longitudini geografiche che fu premiato dalla Reale Accademia delle Scienze di Copenaghen. Sempre nel 1786 pubblicò Trigonometria piana e sferica e divenne socio delle più celebri istituzioni scientifiche. Il 30 novembre 1796 successe a Lorgna quale presidente della Società Italiana delle Scienze, carica a cui fu rieletto altre due volte. Suo è il merito di aver guidato la Società Italiana delle Scienze dopo la morte del fondatore e attraverso il turbolento periodo storico della Repubblica Cisalpina.
Nel 1797 Napoleone Bonaparte, dopo averlo risarcito per la perdita dell'osservatorio in Verona a causa della guerra e aver offerto un sussidio alla Società, decretò la ripartizione degli strumenti superstiti tra la scuola del Genio e gli osservatori astronomici di Brera e di Bologna. Cagnoli stesso afferì a Brera quell'anno. Nel 1798 ebbe la cattedra di Analisi Matematica presso la scuola militare di Modena, carica che ricoprì fino al 1807. Colà fondò un circolo culturale per la divulgazione degli ideali repubblicani. Nel 1802 fu scelto quale rappresentare della Scuola al congresso di Lione per la costituzione della Repubblica Italiana. Nel 1807 pubblicò Le catalogue de 501 étoiles, importante lavoro a cui era dedito da tempo. Sempre nel 1807 tornò a Verona, dove morì nel 1816.
                                                                                                                                
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GABRIELLO CHIABRERA (1552-1638) nato a Savona, è stato un poeta e drammaturgo italiano del Seicento.

 

 

Nato da genitori benestanti, ricevette lo stesso nome del padre, Gabriello, morto pochi giorni prima della sua nascita. Dalla madre, Geronima Murasana, andata a seconde nozze, venne ben presto affidato alla tutela degli zii paterni. Dal 1561 studiò al collegio dei Gesuiti di Roma ma fu cacciato dallo Stato Pontificio nel 1576 per essere entrato in conflitto con un aristocratico e costretto ad un precipitoso rientro nella città natale. Anche a Savona fu al centro di risse e controversie che portarono a contendere con nobiluomini locali. Anche in questo caso fu costretto più volte a lasciare la città, soprattutto negli anni compresi tra il 1579 ed il 1585.
Nell'anno 1600 partecipò, a Firenze, alle nozze di Maria de' Medici; due anni dopo, il 29 luglio 1602, andò sposo a Lelia Pavese.

 

Gabriello Chiabrera

Teatro Chiabrera - Savona

La coppia non ebbe figli, ma ebbe in affidamento il nipote della moglie, Giulio, di cui la coppia fu amministratrice del cospicuo patrimonio ereditato dal giovane alla morte del padre, fratello di Lelia.
L'esordio letterario di Chiabrera avvenne quando questi aveva trent'anni, nel 1582, con la stesura del poema Gotiade.
Da allora e fino alla morte il poeta si dedicò quasi esclusivamente alla scrittura. La sua attività letteraria coincise con le origini dell'opera lirica ed egli stesso ebbe modo di occuparsene in diversi scritti e lettere, fra cui il trattato I musicisti e la lirica.
Il suo corpus letterario - sostenuto da una sincera ispirazione e da una solida cultura classica, che si rifletterà inevitabilmente anche nella sua autobiografia Vita di Gabriello Chiabrera scritta da lui medesimo - è pressoché imponente e composto da ogni tipo di opera poetica possibile, da cui traspare sempre la sua origine aristocratica ma, ugualmente, il suo intento di acuto lettore della vita quotidiana e delle istanze del popolino del quale amava osservare usi e costumi.
L'attività letteraria di Chiabrera fu molto ampia e non trascurò neppure aspetti della vita quotidiana, quasi che il cantore volesse trasformarsi nel cronista del suo tempo. Scrisse infatti anche, nel 1619, una poesia su una partita di calcio fiorentino.
Oltre a Gotiade, scrisse altri quattro poemi: Amedeide, Firenze, Foresto e Ruggiero, raccolte di liriche eroiche (Pindariche) e amorose (Anacreontiche), poemetti sia sacri sia profani, scherzi nella metrica classica (Vendemmie di Parnaso), tragedie, drammi, intermezzi, sonetti.
Fra la sua produzione letteraria vi sono anche dialoghi (fra cui particolarmente degni di nota quelli sull'ars poetica), epitaffi, sermoni, discorsi, orazioni ed epistole.
Frequenti furono i viaggi di Chiabrera come ospite presso le corti di Genova (città nella quale soggiornò a lungo e nella quale è ricordato con il nome di una strada e un monumento nel parco di Villa Durazzo-Pallavicini di Pegli), Firenze, Mantova (dove nel 1608 partecipò alle nozze di Francesco Gonzaga), Torino.
Dal 1623 poté rinsaldare i contatti anche con Roma, grazie in particolare al suo rapporto di amicizia con Papa Urbano VIII. Per contro, due anni dopo, in occasione della guerra della Valtellina, interruppe i rapporti con il duca Carlo Emanuele I di Savoia, con cui era in amicizia da oltre quarant'anni.
Trascorse la vecchiaia prevalentemente nella villa del borgo rurale savonese di Légino, il Musarum opibus, fatta costruire appositamente.
Fece in tempo a pronunciare, nel 1629, l'orazione funebre in morte del doge della Repubblica di Genova Andrea Spinola.A Chiabrera sono intitolati un liceo ed un teatro storico di Savona nel quale vengono rappresentate prettamente opere liriche.

 

http://www.girodivite.it/antenati/xviisec/_chiabre.htm
 

http://www.letteraturaitaliana.net/pdf/Volume_5/t116.pdf
 

http://en.wikipedia.org/wiki/Gabriello_Chiabrera
 

http://www.recmusic.org/lieder/c/chiabrera/                                                                            Ritorna alla pagina Casato dei Saredo
 

 

Carlo Brioschi (1782 -1833)
Iniziò a lavorare alla Specola di Brera come alunno ingegnere nel 1805. Nel 1810 entrò a far parte dell'Istituto Geografico Militare Lombardo.

 

 

 

Si interessò di astronomia, ma anche di aeronautica e con Pasquale Andreoli il 22 agosto 1808  compie a Padova il primo volo in Italia a scopo esclusivamente scientifico. Secondo la relazione l'aerostato (un pallone ad aria calda) sarebbe arrivato alla quota di 8.265 metri.
Su questo dato esistono delle perplessità ma in ogni caso è rimasto il record di altitudine per palloni ad aria calda fino ad una trentina di anni fa. 


Nel 1813 ebbe incarico di eseguire la triangolazione geodetica nei ducati di Parma e Piacenza. Nel 1819, su segnalazione di Barnaba Oriani, fu chiamato a dirigere la Specola di Napoli. Carlo Brioschi fu il primo direttore dell’Osservatorio e rimase in carica fino al 1833. Durante il suo incarico gli astronomi Ernesto Capocci e Antonio Nobile compirono la prima misurazione delle distanze meridiane di 11 stelle e del sole e fecero le prime osservazioni meteorologiche. La sua attività scientifica a Napoli fu rivolta soprattutto ad osservazioni astronomiche e meteorologiche, sulle quali a partire dal 1821 relazionò annualmente alla Reale Accademia delle Scienze. Dal 1823 provvide alla pubblicazione delle osservazioni meteorologiche anche nel "Calendario della Specola".


I suoi primi lavori furono pubblicati nei "Comentarj astronomici della Specola Reale di Napoli" nel 1826. Per una grave malattia non riuscì a completare la compilazione di un catalogo aggiornato di stelle a cui stava lavorando, e lasciò inediti anche alcuni studi, andati perduti.

 

Carlo Brioschi

Mongolfiera

                                                                                                       

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Antonio Campana  (1772-1842)
Napoletano. Dopo aver servito col grado di capitano nelle milizie della Repubblica Partenopea, al cadere della Repubblica riparò in Francia e con lo stesso grado di capitano entrò a far parte dell'esercito di Napoleone. In seguito fu nominato ingegnere geografo nell'ufficio topografico militare di Milano, incaricato di importanti lavori di topografia. Nel 1811 fu nominato comandante degli ingegneri topografi del Regno d'Italia ed alla caduta di Napoleone fu ammesso col grado di tenente colonnello nell'Istituto Geografico Militare di Milano; successivamente poi, nel 1833, venne promosso maggiore generale dell'esercito austriaco. Autore di molte carte geografiche e topografiche, il Campana fu annoverato tra i più insigni cultori di tali scienze.

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Angelo de Gubernatis (1840-1913)

Studioso orientalista, letterato, attento alle problematiche sociali con particolare riferimento all'istruzione e alla condizione femminile, nasce a Torino nel 1840.

Qui vi otterrà anche la laurea in lettere, la prima del Regno d'Italia.

Nel 1863 ha la cattedra di sanscrito e mitologia comparata all'università di Firenze, dopo che a Berlino, con Friedrich Weber , aveva "affinato" queste discipline.

Rimane a Firenze fino al 1890, per poi passare all'università di Roma dove insegna sanscrito e ricopre la cattedra di letteratura italiana fino al 1908.

Grande viaggiatore, i suoi cimeli sono raccolti nel museo indiano di Montughi presso Firenze, da lui fondato.

Ha lasciato inoltre alla Biblioteca Nazionale di Firenze numerosi manoscritti, raccolti sempre durante i suoi viaggi.

Collaboratore di giornali, fondatore di riviste tra cui Rivista europea, Rivista orientale, e Bollettino degli studi orientali, De Gubernatis ha lasciato una produzione letteraria vasta, tra cui:

Storia delle novelline popolari (1883)

Storia universale della letteratura in 18 volumi, edita tra il 1883 e il 1885

Piccola enciclopedia indiana, 1867

Storia comparata degli usi natalizi, nuziali e muliebri in Italia e presso gli altri popoli indo-europei, 1867

Storia mitica degli animali,ecc.

Da ricordare anche numerosi studi sul Manzoni, una biografia sul Petrarca, e diversi drammi ispirati alle leggende indiane, tra cui Savitri.

Muore a Roma nel 1913.
                                                                                                                                
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FILIPPO CRISPOLTI (1857-1965)

Crispolti nasce a Rieti il 25 aprile 1857 e muore a Roma il 2 marzo 1942. E' impegnato come giornalista, oltre che ne "Il momento" di Torino, anche nella direzione de “Il cittadino” di Genova (1919-1924).

Una biografia AMICUS (E. MARTIRE). Filippo Crispolti.Note biografiche. Milano-Roma 1943.
Alcune opere scritte da Filippo Crispolti:
CORONE E PORPORE Milano Treves, 1937,
I parte :Biografie di alcuni reali di casa Savoia, del Belgio e del Regno di Napoli  
II parte : Biografie di 23 importanti cardinali dell'800 e del primo novecento.
POLITICI, GUERRIERI, POETI - RICORDI PERSONALI con 19 ritratti, Milano Treves, 1939.
L’attività parlamentare (è nominato senatore il 16 ottobre 1922) e giornalistica di Crispolti è inesauribile ed affronta tematiche politiche,
cercando di precisare la sua idea di collaborazione e di fascismo. Nelle posizioni assunte da Crispolti rimane netta la distinzione tra l’esecrazione della violenza squadristica, ed il sostanziale apprezzamento per l’azione di normalizzazione del Presidente del Consiglio Mussolini.
Benché sostanzialmente allineato sulle posizioni governative, Crispolti non rinuncia a puntualizzare e precisare le sue opinioni su un ampio spettro di argomenti politici e non si nega a diversi contraddittori, di cui é noto quello con De Gasperi sulla collaborazione popolare-socialista nel luglio 1925.Vedi p.es. lo scambio polemico tra Crispolti e De Gasperi (luglio 1925): F. Crispolti, Per un vecchio manifesto. Al segretario politico del PPI, “Il Momento” 4 luglio 1925.
Il Segretario politico del PPI risponde al Senatore Crispolti, “Il Nuovo Trentino” 7 luglio 1925 e F.Crispolti, Replica all’On. De Gasp
eri, “Il Momento” 14 luglio 1925.
Vedi anche lo scambio polemico tra Crispolti e il canonico Piovano e con Vittorio Chauvelot sulla realtà sindacale susseguente agli accordi di Palazzo Vidoni e sul possibile ruolo dei sindacati cattolici come organizzazioni di fatto: F. Crispolti, Per porre il problema dei sindacati cattolici, “Il Momento” 20 ottobre 1925 e le risposte di V. Chauvelot, entrambe intitolate La nuova realtà sindacale, “Il Corriere” di Torino del 22 ottobre e del 29 ottobre 1925.

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SARACCO GIUSEPPE (Bistagno 1821 - id. 1907)
Politico piemontese. Dal 1851 fu deputato del centrosinistra al parlamento sardo. Dal 1865 Senatore del Regno d'Italia. Ministro dei Lavori Pubblici nei gabinetti Depretis e Crispi (1887-1889 e 1893-1896) fu poi Presidente del Senato nel 1898, capo del governo nel 1900-1901 e ancora alla guida del Senato fino al 1904.
http://www.1911encyclopedia.org/Giuseppe_Saracco
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