MARIENI SAREDO

Personaggi - Un poco di Storia - Curiosità - Fotografie

 

Il Casato dei Marieni | Il Casato dei Saredo | Carlo Marieni - Repubblicano | Capo Battaglione Col. Giuseppe Marieni | Giovanni Marieni - Cartografo
General Mayor Giacomo Marieni  | Luigi Marieni Medico Ricercatore | Generale Giovanni Battista Marieni  | Ambasciatore Alessandro Marieni Saredo

Sen. Giuseppe Saredo - Docente Universitario | Luisa Saredo - Storica e Scrittrice di Romanzi | Avvertenze Legali | Home Page | Vai a Fondo Pagina

 

Rassegna stampa + Curiosità

+ La Campagna di Libia 1913 - 14

+ Al Comando Generale del Genio

+ L' Aviazione 1916 - 1917

 

  + Gli Albori dell'Aviazione Italiana

GENERALE GIOVANNI BATTISTA MARIENI

  + La Missione Americana in Italia

 

  + Aviatori Americani a Foggia

BIOGRAFIA (Parte III)

  + Il Primo Servizio di posta Aerea

 

  + Il Gen. Marieni e G. D'Annunzio

ALLA DIREZIONE GENERALE DELL'AERONAUTICA

  + Galleria Fotografica

25 DICEMBRE 1915 - 28 OTTOBRE 1917

 

"Rientrato in Italia per rimpatrio e sbarcato a Siracusa" (così è scritto sullo Stato di Servizio) il 22 dicembre 1914, fu destinato quale Direttore del Genio nell'importante città di Genova, ma subito dopo, alla metà di maggio, fu chiamato a ricoprire la carica di Comandante del Genio del III Corpo d'Armata che, mobilitato, occupava sin dall’ inizio il fronte dal confine Svizzero al lago di Garda.

La sola estensione del fronte da difendere fa comprendere l’ importanza del compito affidato al Marieni.
Al III Corpo d'Armata si deve la resistenza assoluta nel tratto di fronte dallo Stelvio alla Valle del Caffaro e la conquista delle Giudicarie e di tutta la Valle di Ledro.
Riportiamo le sue stesse parole che bene illustrano la situazione:


"
Entrato in campagna il 23 maggio 1915, come Comandante dei Genio del III° Corpo d'Armata (cioè del Corpo d'Armata che aveva una maggiore estensione di territorio da difendere e la zona più difficile di tutto il fronte di guerra) per le riuscite operazioni nelle Giudicarle, le quali rivendicarono all’Italia una zona, di territorio non indifferente e non più perduta, fui promosso l’8 Ottobre 1915 Maggior Generale per merito di guerra rimanendo Comandante del Genio dello stesso Corpo d'Armata.

Nelle operazioni di guerra fatte nella Valtellina e nella Valcamonica e nella stesa Valle delle Giudicarie, il contributo dato dai reparti e dai Comandi del Genio da me dipendenti fu assolutamente grandissimo, per cui non fu possibile al nemico l'invasione da quella parte estesissima di territorio nonostante la debolissima nostra occupazione.
I lavori di difesa e stradali eseguiti dal Bernina al Lago di Garda, le provvidenze alle quali il Genio ha dovuto far fronte per l'occupazione della zona più alta dell’ Europa, l'immensità del materiale che il Comando del Genio ha dovuto provvedere per far vivere le truppe in zone superiori ai 3000 metri, sono semplicemente enormi e superiori a qualsiasi immaginazione!"


Nel successivo Dicembre dello stesso anno il Comando Supremo, volendo dare maggior impulso all' Aeronautica Militare chiamò il Marieni alla direzione della nuova Arma nominandolo Direttore Generale dell'Aeronautica.
Con molto dispiacere egli lasciò il glorioso III Corpo d'Armata, ed obbedendo all'ordine ricevuto, il 25 Dicembre 1915 assunse il difficile compito del riordinamento e dello sviluppo della V arma.

Lo sviluppo e l'efficienza bellica dell'Aeronautica Italiana durante il primo conflitto mondiale furono per la massima parte legati al nome del Generale Marieni, che per 22 mesi coprì la carica di Direttore Generale, al quale era devoluto il compito di promuovere e sviluppare la ancora nascente produzione aeronautica nel Paese e di approvvigionare dall' estero i mezzi di cui l'Italia difettava.

Lavoro immane, la cui complessità aveva m
olteplici interferenze tecnico-costruttive e organizzative in senso lato e che andava rapportato alle necessità sempre più pressanti di carattere operativo e che andava inquadrato nel più vasto panorama della produzione bellica in generale, occorrente ad un Esercito, entrato in guerra scarsamente preparato.


Si riporta qui di seguito uno stralcio delle "conversazioni di cultura militare" tenute dal Gen. Marieni a Roma sul passato della nostra aviazione (cui fanno seguito conversazioni sul presente e sull'avvenire dell’ aeronautica italiana) evidenziate in un articolo de Il Mondo in data 29 Aprile 1923.

 

"Lo scoppio della guerra europea nel 1914 ed i mezzi bellici aerei portati dalla Germania nel conflitto, mentre mettono in serio imbarazzo Francia ed Inghilterra danno a pensare anche a noi che abbiamo decisa la neutralità armata, ma colla certezza che non la potremo mantenere.

 

Il Savoia Pomilio

 

L'Idrovolante Macchi 5

Le condizioni della nostra aeronautica erano allora così trascurabili che il generale Cadona nel suo libro «La guerra alla fronte italiana» non ne fa cenno nemmeno nel capitolo 1 dove tratta dello stato dell'esercito allo scoppio della guerra europea; riferendosi alle condizioni dell' artiglieria cita il materiale per il tiro contro aeronavi dicendo che «erano in corso studi ed esperienze al riguardo, ma non si aveva nulla di concreto ».
Infatti l’unico materiale  aeronautico disponibile ed efficiente era
in Libia e, come dissi, i risultati ottenuti non permettevano ai ministri della guerra di esprimersi favorevolmente sulle ingenti somme che occorreva spendere per ottenere un aeronautica anche modesta.
 

Ed all'agosto 1914 Cadorna contava molto sullo spirito d'improvvisazione, che è la nostra caratteristica e che ci ha sempre permesso di trarci dalle difficoltà con genialità e con prontezza, ma le lamentele sullo stato in cui si trovava l’aeronautica dimostrano la di lui grave preoccupazione; e nel capitolo 2. del suo libro, ove parla del programma concretato col ministro della guerra di allora, Zupelli, per la preparazione militare della guerra durante la neutralità determina esattamente lo stato della nostra aviazione e conclude francamente col dichiarare che per tutto l’anno 1915 le nostre condizioni rispetto al nemico furono molto difficili.


Fammi quindi necessario indicare esattamente la nostra situazione alla fine di detto anno, poiché al principio della guerra, maggio 1915, non disponevamo che di 70 aeroplani in efficienza alla fronte, tre dirigibili e 12 sezioni aerostatiche.
Alla fine dell’anno 1915 le squadriglie di aeroplani sono 23 con 168 apparecchi.
Ancora non era stata fatta la suddivisione delle squadriglie secondo il loro impiego e gli apparecchi servivano a seconda, delle necessità: da caccia o da ricognizione ed anche per il bombardamento.


Tutti gli aeroplani sono ancora stranieri fatta eccezione di quello Caproni trimotore di 300 HP. per il bombardamento ancora in perfezionamento, e l'I.F. in istudio.

 

 Caproni  (1918) Modelli: Ca.44 45 46 47  (denominazione militare: Ca.5)        

 Costruttore: Società di Aviazione Ing.Caproni

 Funzione: bombardiere

 Anno: 1917

 Equipaggio: 4

 Motore: 3 Fiat A-12bis a 6 cilindri in linea
 raffreddati a liquido, da 300 HP
 
oppure 3 Isotta Fraschini V6 da 260 HP

 Apertura Alare: 23,42 m
 Lunghezza:       12,62 m 
 Altezza:              4,44 m

 Peso a vuoto:  3.350kg
 Carico utile :   1500 - 1800 kg

 Velocità Massima: 152km/h (livello mare)
 Quota Massima Operativa: 4.500
 Autonomia: 4h

 Armamento: 2 mitragliatrici, bombe 540kg     

 
Biplano

 Unità costruite (totale serie Ca.5): 225

 

Gli apparecchi erano ancora disarmati, insufficienti le macchine fotografiche per le ricognizioni, e le bombe per i bombardamenti inefficaci perché troppo piccole.


La produzione mensile degli apparecchi negli stabilimenti era di soli 75 e quindi insufficiente per fare fronte al logorio ed al consumo che avveniva nelle scuole ed alla fronte.


Le scuole di aviazione in numero di 9 non davano che 47 piloti al mese, con secondo brevetto, numero assolutamente insufficiente quando si rifletta agli istruttori che occorreva trarre dalle squadriglie in linea per l'aumento continuo delle scuole, alle perdite piuttosto gravi per la lotta contra un nemico superiore a noi, ed alla necessità assillante di aumentare il numero delle squadriglie.


I dirigibili sono in aumento di 6,dei quali 3 P, e 3 M; ma incapaci di un plafond superiore ai 3000 m. e completamente disarmati. Non servivano che per il bombardamento notturno, ma anche questo poco efficace per la mancanza di congegni precisi di puntamento e per la piccolezza delle bombe.
 

 

Dirigibile M3 nel hangar di Bosco Mantico

Le sezioni aerostatiche erano in numero di 13, avevano il pallone tipo Draken, non adatto per la maggior parte del nostro teatro di guerra, costituito per tre quarti di alte montagne: il Draken non saliva oltre la quota di 2000 m. L'aeronautica italiana era suddivisa fra gli specialisti del genio militare, le squadriglie di artiglieria e la marina, senza coordinamento fra questi enti.


L'esperienza del primo anno


Di fronte a questo stato di cose si comprende come il Comando supremo ed i Comandi delle armate in linea richiedessero continuamente squadriglie per liberarsi dall'ossessione degli aeroplani nemici; e le città italiane, completamente indifese reclamassero dal governo provvedimenti d'urgenza contro le numerose incursioni aeree dell’avversario.
La dura esperienza, di quest' anno di guerra, però, e gli aeroplani nemici venuti in nostro possesso, ci avevano dati utili ammaestramenti, ed il sacrificio di molti dei nostri arditi piloti non era stato speso invano.
Fra gli ammaestramenti principali dobbiamo rilevare i seguenti:


 —  assegnare esclusivamente all' artiglieria di corpo d'armata le squadriglie per la direzione del tiro e la piccola ricognizione;


 —  la sorveglianza vicina e costante alla fronte di battaglia sia affidata alle sezioni aerostatiche pure di corpo d’armata;


 —  l’armata disponga di un numero conveniente di squadriglie per la grande ricognizione del settore nemico che fronteggia ed

     anche di squadriglie da caccia sufficienti per tener sgombro il suo cielo da aeroplani nemici;


 —  il Comando supremo abbia a disposizione un congruo numero di squadriglie per la ricognizione lontana, quelle per i

     bombardamenti ritenuti opportuni dalle armate e dello stesso Comando supremo, e quelle da caccia sia di riserva, sia per 

     venire in aiuto alle armate in momenti speciali;


 —  le squadriglie siano riunite in gruppi possibilmente secondo il compito loro assegnato: caccia, ricognizione, direzione del tiro

     (e cioè per l'artiglieria), bombardamento;


 —  all'armata, venga assegnato un comandante di aeronautica da cui dipendano tutti i mezzi assegnati all’armata, in analogia

     dei comandanti di artiglieria e del genio;


 —  gli aeroplani dovranno essere armati con mitragliatrici in modo di far fronte agli attacchi provenienti da qualsiasi direzione e

     possibilmente il tiro delle mitragliatrici degli aeroplani da caccia avvenga attraverso l’elica;


 —  le mitragliatrici siano fornite di proiettili non solo perforanti, ma anche incendiari e venga studiato un proiettile il quale lasci

     traccia nell'aria della sua traiettoria ;


 —  sugli apparecchi da ricognizione e da bombardamento vengano installati gli strumenti necessari per la corrispondenza

     radiotelegrafica e quelli da ricognizione siano forniti di almeno due macchine fotografiche capaci di 24 lastre ciascuna;


 —  sia organizzata nelle città più importanti e nelle località sedi di grandi industrie e stabilimenti e di magazzini di deposito una

     difesa antiaerea;


 —  i dirigibili vengano trasformati allo scopo di raggiungere la quota di 5000 m. ed anche quella di 6000 per il tipo Forlanini;

     ed abbiano a bordo mitragliatrici e cannoni a tiro rapido onde sia possibile la loro difesa in tutte le direzioni, anche in alto

     colla costruzione di speciale torretta superiore accessibile dalla navicella;


 —  le bombe per i bombardamenti siano aumentate di peso e di volume e corrette da permettere il lancio dalle grandi altezze 

     raggiunte dalle aeronavi senza diminuire la possibilità di colpire il bersaglio;


 —  il pallone delle sezioni aerostatiche venga sostituito da altro capace di salire almeno oltre i 3000 m. reso più stabile contro i

     venti, e venga armato con una mitragliatrice.
 

 

 

Dirigibile Forlanini

Dirigibile M3 Navicella armata


Il periodo aureo

 

Il programma richiesto da questi ammaestramenti era così enorme da spaventare chiunque e da lasciare molto dubbiosi sulle probabilità di poterlo sviluppare completamente, riflettendo che si era in guerra da circa un anno e che tutti gli stabilimenti e le industrie meccaniche erano impegnati per le armi e munizioni.
Ma il lavoro che l'Italia compie nel biennio 1916-17 per la sua aeronautica ha del fantastico e quasi dell'inverosimile.
Si dovrebbe proprio dedurre, dall'esperienza del passato, che solo quando ha ricevute dure lezioni l'Italia muove e mette in azione la sua caratteristica: l'improvvisazione !
La semplice esposizione dei risultati raggiunti prima della ritirata di Caporetto darà la dimostrazione di quanto io ho asserito.


Alla fine di ottobre del 1917 l'Italia può disporre di 88 squadriglie delle quali 30 sono da ricognizione, 38 da caccia e da difesa e 20 da bombardamento.

Gli apparecchi alla fronte sono 1031, in riserva 757, 1439 alle scuole e 734 alla riparazione e cioè un totale di ben 3961.


La produzione mensile degli stabilimenti è di 688 cellule e 808 motori, poco più di ciò che occorre per fare fronte al rifornimento mensile che è salito a 418 apparecchi e 600 motori alla fronte e 200 apparecchi e 150 motori alle scuole.


Queste sono in numero di 16, accolgono 2366 allievi e danno 878 piloti, di secondo brevetto, al mese.


I dirigibili da 6 sono saliti a 30 dei quali, 12 M.; 4 P. e 14 P1 S.V.F.
Ventisei sono le sezioni aerostatiche.
 

 

Dirigibile di Marina

Gli apparecchi sono quasi tutti di tipo italiano con motore italiano; le sezioni aerostatiche hanno il pallone italiano (Avorio) superiore a tutti quelli stranieri.


Tutti gli apparecchi ed i palloni hanno una o due mitragliatrici a bordo ed il Caproni 600 anche un cannone da 37 mm a tiro rapido; ed i dirigibili sono muniti di più mitragliatrici e di cannoni pure da 37 mm e, nel tipo M., vennero installati anche due cannoni da 65 mm.
Gli organi di puntamento per il tiro delle artiglierie a bordo delle aeronavi sono perfetti e dovuti alla capacità ed intelligenza del colonnello Crocco.


Tutte le bombe per i bombardamenti sono di nuova struttura e di peso variabile a seconda lo scopo da raggiungere e le più potenti possono contenere circa un quintale di alto esplosivo.

Il Capitano Giulio Laureati il 15 agosto 1917 realizzò, con l' aereo S.I.A 7b con motore FIAT A12, il Raid Torino – Napoli – Torino (circa 1600 km in 10 ore e mezzo) .
Il raid Torino-Londra fu realizzato il 24 settembre del 1917, dallo stesso capitano Giulio Laureati, in circa sei ore e mezzo.
La traversata ebbe luogo su di un aereo SIA 7 B equipaggiato con motore Fiat A 12 e battè il primato di quegli anni, di volo senza scalo.

 

Il servizio aerologico è esteso in tutta la zona di guerra aumentando di molto il numero delle stazioni e mettendo in relazione le osservazioni militari con quelle delle stazioni civili ed alleate. I bollettini riassuntivi delle osservazioni vengono regolarmente pubblicati e trasmessi due volte al giorno, alla distanza di 12 ore, a tutte le autorità interessate.


L'Italia può vantare nel settembre 1917 il primato su tutte le potenze del mondo: di portare contemporaneamente nella stessa battaglia (Bainsizza-Hermada) il maggior numero di aeroplani da combattimento e cioè una massa di ben 275 apparecchi; di possedere l’apparecchio più veloce, 220 km. all’ora, e di maggior autonomia (ricordinsi i raids Torino-Napoli e ritorno senza scalo e Torino-Londra pure senza scalo); di avere il migliore apparecchio di bombardamento (Caproni 450 e 800 HP.) il quale permise ciò che era un sogno, il bombardamento di Pola.


Infine l’aeroplano S.V.A. che ha potuto permettere l'audacia di un raid su Vienna, era costruito già in serie prima della fine di ottobre del 1917.
 

 

 S V A


 Costruttore:
Giovanni Ansaldo & C.
 

 Progettisti: i
ng. Umberto Savoia
                    ing. Rodolfo Verduzio


 
Collaborazione di C. Rosatelli

 Anno: 1917
 
 Unità costruite (Linea SVA): circa 2000

 
Modello: S.V.A. 5   monoposto da caccia
 Modello: S.V.A. 10
biposto da ricogniz.
 
 Motore: S.P.A. 6A da 220HP a 6 cilindri in
 linea raffreddati a liquido
 oppure Isotta Fraschini V 6 da 260 HP
 
 Apertura Alare:    9,10 m
 Lunghezza:          8,10 m
 Altezza:               2.65 m
 Superficie Alare: 24.20 mq

 Peso a
vuoto: kg 730 con motore SPA
                      kg 760 con motore IF V6
 Carico utile:    kg. 350
 
 Velocità Massima: 228 km/h motore SPA
                            238 km/h motore IF V6

 Quota Massima Operativa: 6.700m

 Autonomia: 4h

 Armamento: 2 mitragliatrici da 7.7mm

 

L’aeronautica italiana fu la prima ad avere le squadriglie d'aviazione divise nelle tre specialità da caccia, ricognizione e bombardamento che oggi vediamo, dopo guerra, adottate negli ordinamenti stranieri, e fu anche la prima ad ottenere la riunione delle squadriglie in gruppi ed i gruppi in reggimento (raggruppamenti in guerra).

Finalmente tutte le varie branche o servizi dell’aeronautica (sono riuniti sotto una sola direzione, 1a direzione generale di aeronautica, e nell'agosto 1917 viene proposta la costituzione della V Arma, autonoma ed indipendente.

 

Pel dopo-guerra

 

L'aeronautica militare italiana inoltre ha una sicura percezione che tutto il lavoro fatto durante la guerra non andrà perduto e tutti i suoi studi e tutte le sue disposizioni sono in relazione ad una pronta trasformazione per ottenere una potente aeronautica civile dopo guerra.


E per meglio rendere evidente questo concetto e facilitare la trasformazione:


 -  dà una prova ineccepibile come si possa mantenere per alcuni mesi un regolare servizio di trasporti postali aerei tra

    Civitavecchia e Golfo Aranci, quando i trasporti ordinari erano stati sospesi per i frequenti siluramenti dei piroscafi, adottando

    idrovolanti militari convenientemente modificati;


 -  prepara numerose rotte aeree che, solcano tutta l' Italia coi relativi, campi di fortuna (Torino-Milano-Udine; Milano-Bologna-

    Firenze-Roma-Napoli; Torino-Bologna-Ancona-Bari; Roma-Brindisi); e per meglio percorrerle inizia la pubblicazione delle carte

    di rotta per i piloti;


 -  fa le necessarie proposte al Governo per le rotte aeree di unione del continente alle principali isole e dell'Italia alle sue

    colonie.


Infine l’aeronautica militare italiana ha potuto cedere a quella francese, inglese ed americana un numero di motori non indifferente, qualche migliaio, ed istruire nei campi di Foggia ben 500 piloti americani."
 

 

Inaugurazione del volo postale Torino Roma - il Gen, Marieni con il Col. de Bernardi



 

 

                             Minuta della risposta del Gen. Marieni al Gen. Porro

 

                                                    Eccellenza

                                                    Ringrazio sentitamente ,l' E.V.

                                                    della lettera che riflette il desiderio

                                                    del Colonnello Douhet.

                                                    Poichè l'E.V. fa appello alla mia

                                                    franchezza, mi permetto far presente che in

                                                   questo momento non riterrei opportuno

                                                   di usufruire dell'opera, per quanto egregia

                                                   del  presente ufficiale.

                                                   Voglia gradire, Eccellenza, l'omaggio

                                                   della mia devozione e gli

                                                   auguri più vivi.

 

                 
                                                                ............ ..............

                                                                          G M

 

<<<<<O>>>>>

 

Con opera tenace ed azione direttiva illuminata e permeata sempre da calcolata audacia di tecnico, il Generale Marieni seppe riunire sotto una sola direzione e sotto un solo indirizzo tutte le varie branche o servizi dell' aeronautica e così infondere all'industria italiana un sano dinamismo inventivo e produttivo, sicché in breve non solo ci emancipammo dai rifornimenti esteri di velivoli e motori, ma, come già riportato, nell'estate del 1917 fummo in grado di rifornire motori e velivoli da bombardamento ai francesi, inglesi ed americani.A dare un'idea del progresso compiuto dall'industria aeronautica italiana durante il periodo nel quale il Generale Marieni fu Direttore Generale d'Aeronautica, basterà dire che la produzione italiana, che nel primo semestre 1916 era rispettivamente di 593 velivoli e 875 motori, nel primo semestre 1917 passò a 1784 velivoli (compresi i tipi per le scuole) ed a 2782 motori.
Nel solo 1° semestre 1917 alla Marina vennero forniti 266 idrovolanti e 470 motori (per le esigenze del fronte e delle scuole).


La Direzione Generale provvedeva anche all'impianto di officine per riparazione di velivoli e motori ed all'approvvigionamento di tutto l'altro svariato materiale occorrente alla guerra aerea (materiale d'armamento di gettata e di caduta, materiale fotografico, mezzi di trasporto ed officine relative ecc)


Parallela a quest' attività un'altra ne svolse il Gen. Marieni per lo sviluppo e il potenziamento sempre crescenti dei campi scuola per piloti, osservatori e specialisti.
A titolo orientativo si dirà che, mentre nel primo semestre 1916
furono ammessi alle scuole di pilotaggio oltre 650 allievi, nel 1° semestre 1917 ne furono ammessi 2000 e predisposte le cose in modo da far salire tale cifra a 2500. Sotto la gestione Marieni fu iniziata l'istruzione di pilotaggio a 500 allievi piloti nordamericani sul campo scuola di Foggia.


Anche nel settore del più leggero si lavorò alacremente.
Alla fine del 1° semestre 1917 l'Italia si trovava in grado di costruire un dirigibile il mese; l'unica difficoltà: la costruzione
degli hangars, per i quali mancavano i materiali adatti.
Alla stessa data vi erano 40  dirigibili pronti o in collaudo e 14 in costruzione con un aumento del 2,5 volte rispetto al giugno 1916.

 

 

 

 1917 Dirigibile F5 verso Roma

Dirig. M3 di ritorno da azione di guerra 22.5.17

Con sguardo lungimirante, il Generale Marieni si fece promotore dello sfruttamento del mezzo aereo ai fini civili ed organizzò, per conto dello Stato, fin dal 27 giugno 1917, la prima linea aerea (esercita da idrovolanti) in Italia, nel tratto : Civitavecchia - Golfo Aranci, per trarre i dati sperimentali necessari, prima di affidare l'esercizio di nuove linee aeree a società private.

Un posto di primo piano fra coloro che si prodigarono a tracciare ed a facilitare il cammino dell'Aeronautica Militare, specie nei primi anni della sua vita, spetta a buon diritto al
Generale G. Battista Marieni, il quale, con la sua opera insonne durante il primo conflitto mondiale, seppe portare l'Aeronautica ad un grado di alta efficienza creando così le premesse per forgiare le Ali gloriose di Vittorio Veneto.
 

Per le benemerenze acquisite per l'ordinamento e lo sviluppo della Aeronautica, il Marieni venne promosso il 18 Marzo 1917 Tenente Generale per meriti eccezionali.

 

PRECEDE PARTE I       : BIOGRAFIA IN BREVE

PRECEDE PARTE II      :
ALLA CAMPAGNA DI LIBIA 1913

SEGUE    PARTE IV      :
AL COMANDO GENERALE DEL GENIO MILITARE 1917
 

 

FONTI e LINKS di approfondimento
 

Gli aerei della Grande Guerra

 

 

 Inizio Pagina