Tratto da "Motori - Aeroplani -
Idrovolanti Italiani al 1 gennaio 1920"
A cura del Magg. A. Fiore e Ing. G. Altamura
Edito da Aeronautica dello Stato - Direzione Tecnica Aviazione Coop. Tip.
L. Luzzatti - Roma 1920
PREMESSA
Le gesta gloriose degli eroici aviatori
italiani, che meravigliarono il mondo durante il cessato periodo bellico,
continuano ancora oggi, non solo nei cieli d'Europa, ma altresì in quelli
d'oltre Oceano.
Ma ora che il febbrile lavoro di guerra è cessato, si può con calma rivolgere
indietro lo sguardo e cercare i fattori della potenzialità dei mezzi
aerei che, strumenti di guerra ieri, sono diventati oggi i più moderni
strumenti di civiltà.
Così l'ammirazione dei popoli stranieri, l'orgoglio della Nazione, va oltre le
vittorie conquistate nei cieli e si rivolge al genio inventivo degli italiani,
all'impulso industriale e costruttivo e, stupito, si arresta nelle Officine,
dove il lavoro indefesso di ben quattro anni di guerra ha temprato i muscoli
ed il cervello e ha dato all'Italia una flotta aerea, non seconda a quella
delle altre nazioni.
La coscienza nazionale ha dischiuso lo sguardo verso il giusto apprezzamento
delle proprie energie e delle proprie forze, troppo a lungo rimaste latenti,
sconosciute a noi stessi e agli increduli stranieri, sol perché la modestia ci
fece oscuri e rifuggimmo sempre dallo schiamazzo.
Agli scarsi benché ardimentosi tentativi italiani precedenti la guerra seguì
il forte impulso dato dall'ansia dell'impiego bellico dell'aviazione, che a
molti geniali pensatori parve dovesse rappresentare il fattore decisivo, in
nostro favore, della immane tragedia mondiale, esplicandosi nel distruggere i
più vitali centri di produzione del materiale da guerra nemico, con azione
ininterrotta, terrorizzante, destinata a punire, a fiaccare, a deprimere
dall'alto, come simbolo sovrumano di una implacabile forza giustizierà.
All'ansia febbrile dell'impiego
bellico dell'aviazione segue ora l'ansia non meno febbrile dell'impiego
civile, per accelerare con
la velocità stessa del velivolo
il riavvicinamento di quei popoli che l'immane tragedia sembrava aver divisi
per sempre.
Ed anche in questa opera di
umana civiltà il nome d'Italia rifulgerà negli annali dell'aviazione, sempre
prima fra le nazioni
aeronautiche.
Così l'augurato sviluppo di
un'intensa navigazione aerea non sarà più fra breve un pio desiderio, ma un
fatto compiuto; ne fa
fede il sublime slancio costruttivo, di cui ha saputo dar prova tangibile la
tecnica e l'industria italiana, che in breve volger
di anni si è formata una matura tradizione, legittimo
orgoglio nazionale, sopratutto se non omettiamo di misurare proporzionalmente
la bontà e rapidità
indiscutibile dei nostri brillanti risultati concreti in confronto alla
preparazione industriale e alla ricchezza delle
materie prime, che si
avevano all'estero.
Allorquando la storia della
cessata guerra sarà fatta, conosceranno i popoli quanta parte della vittoria
degli Alleati è dovuta
all'Italia, eroica nella trincea, sui mari, nei cieli, e guarderanno ad essa
con fede sempre più aumentata in quel radioso avvenire di
civiltà, che non può mancare, sebbene
oggi lo scetticismo umano tutto tenda a travolgere nei gorghi delle passioni
di parte.
CENNO SULL'AVIAZIONE ITALIANA ANTEGUERRA
L'Aviazione ha rappresentato una
delle più brillanti manifestazioni delle energie industriali e tecniche della
giovane Nazione Italiana,
alla quale il costo dei velivoli, quasi proibitivo per i suoi bilanci, non
aveva consentito per il passato le spese necessarie
per una sufficiente
preparazione.
|
Ricordiamo come nel Marzo 1909
l'AERO-CLUB di Roma, mediante il concorso dei Ministeri della Guerra e della
Marina, acquistava il
primo aeroplano, un Wright con motore di 25 HP e due eliche propulsive con
trasmissione a catena, ed installava un
piccolo hangar ed il pilone di lancio sul Campo di
Centocelle (Roma).
Così iniziarono le prime esercitazioni due Ufficiali Italiani che avevano
preso alcune lezioni dallo stesso Wright. Nell'agosto
successivo si acquistava un secondo esemplare, e nei primi del 1910 la Brigata
Specialisti del Genio cominciava
a costruire due piccoli biplani di progetto italiano. Poco
dopo, per convenienze economiche si acquistavano gli Henry Karman e
qualche Voisin per istruire un primo gruppo di ardimentosi
giovani Ufficiali.
Alle grandi manovre del
1911 due nuclei aviatori vi presero parte con velivoli Farman, Nieuport,
Blériot, Savary, Etrich, e
subito dopo, scoppiata la
guerra libica, la nostra Nazione si trovò ad essere la prima a
sperimentare l'Aviazione in guerra.
Da allora ad oggi quanto cammino, quale falange di ardimentosi ha seguito
con fede i primi due aviatori italiani. |
LA
PRODUZIONE AVIATORIA ITALIANA
nel
periodo di guerra 1915-1918
I crescenti bisogni dell'Esercito mobilitato imposero all'Italia lo studio e
l'organizzazione di tutte le industrie adatte allo scopo; ma se in altri rami
il compito non fu relativamente irto di difficoltà, per l'aviazione gli
ostacoli da superarsi per raggiungere la meta
prefissa
furono numerosi ed assai ardui.
È noto come allo scoppiar della guerra contro l'Austria, l'Italia non
possedeva che pochi apparecchi di fabbricazione francese,
mentre ben poche erano le Ditte che, in quello scorcio d'anno, lavoravano per
l'aviazione e per di più la maggior parte di esse,
essendo all'inizio, non disponevano ancora di
una organizzazione adatta per una sicura produzione.
Ma l'Italia possedeva i più sicuri auspici, che non potevano non far sentire
tutta la loro benefica influenza nel periodo storico che attraversava il
mondo.
Ricordiamo infatti come all'Italia è riservato un vanto giustamente invidiato:
il motore con il quale Luigi Blèriot, nel 1909, traversò per primo la Manica è
opera di un italiano, l'Anzani; l'Italia fu la prima nel 1911 a sperimentare
l'aviazione in guerra; così
pure l'Italia fu ancora la prima ad esperimentare un
servizio aereo postale con lungo percorso sul mare fra Civitavecchia e Terranova
Pausania in Sardegna.
Con tali auspici, con i successivi rapidi progressi dell'industria, l'Italia
veniva affermandosi e alla quantità sempre crescente degli apparecchi veniva
accoppiata la bontà dei tipi, che l'intelligente e indefessa opera di tecnici,
costruttori e maestranze, ostacolata da continua deficienza di carbone e di
materie prime, seppe tener sempre a decorosa altezza.
Fu perciò reso possibile ai valorosissimi aviatori italiani tener con
crescente supremazia sull'avversario il dominio dei cieli.
Se nel periodo bellico non fu consentito, per i supremi interessi dello Stato,
far conoscere al pubblico i notevoli progressi
dell'industria aeronautica in Italia, pur tuttavia il continuo crescendo che
si aveva sulle fronti di battaglia nell'attività dell'arma aerea era indice
sicuro dell'immane lavoro che si compiva.
Fra
tutte le lavorazioni aeronautiche è doveroso ricordare, perché di maggiore
difficoltà, quella del motore di aviazione
che dalla meschina media di un motore
al giorno al principio della guerra, raggiunse la media di oltre 90 motori al
giorno e dalla nostra produzione, non solo attinse l'aviazione Italiana, ma
altresì quella Francese, Inglese ed Americana.
Questo giovane ramo della nostra Industria compì durante la guerra veri
miracoli, portandosi in prima linea nelle competizioni mondiali ed avviandosi verso
affermazioni e successi sempre più positivi. Fu esempio di mirabile forza di
organizzazione tra
fabbriche di macchine da scrivere, che si trasformavano in
fabbriche di magneti, antiche fonderie di bronzi artistici, che procedevano
alle più difficili fusioni in alluminio, cento piccole officine che
diventavano rapidamente emule degli stabilimenti maggiori. Il moltiplicarsi
dappertutto degli impianti di fresatrici, alesatrici, rettificatrici, torni di
precisione, costituiva dietro la gloriosa armata aerea, un altro potente esercito di automi,
che c'eravamo abituati a considerare come tanti schiavi obbedienti e sicuri,
guidati dalla vivida intelligenza versatile dei nostri operai, non più
emigrati, e dall'entusiasmo dei tecnici migliori.
Più che inutile retorica basta dare uno sguardo alle eloquenti cifre della
statistica. Nel 1915 solo otto ditte si occupavano
della
costruzione degli apparecchi e sei della costruzione dei motori e non
producevano che qualche apparecchio e qualche motore
al giorno.
Dal 1915 al 1918 le ditte si ingrandirono e si moltiplicarono e sorpassarono
il centinaio fra grandi e medie, raggiungendo
una
produzione che nel solo anno 1918 fu di oltre 20.000 motori e 10.000
apparecchi e in tutto il periodo bellico di oltre 35.000 motori e 20.000 apparecchi.
Aggiungansi altre 250 piccole officine che producevano i più svariati
accessori, altrettanto necessari quanto i motori e gli
apparecchi stessi.
|
Ricordiamo fra gli accessori in modo speciale le eliche, la cui costruzione
anteguerra era quasi del tutto sconosciuta in
Italia.
Al principio del 1915 solo tre Ditte, ed in minima proporzione, costruivano eliche e, se all'inizio della guerra la
produzione fu relativamente facile per il
numero non eccessivo
delle eliche occorrenti e per la disponibilità del legno
noce
stagionato
e di ottima colla, così non fu negli anni successivi 1917 e 1918 per la penuria ognora
crescente di ottima materia prima. Nonostante le difficoltà, con le più accurate esperienze di
gabinetto accoppiate ad esperienze pratiche, furono risolti i più
importanti problemi relativi alla costruzione delle eliche, la cui
produzione superò le aspettative
stesse degli industriali e dei
tecnici.
Così l'aeronautica apparsa timidamente all'inizio della guerra
con
mezzi insufficienti ed inadatti, grazie alla multiforme ed
ardimentosa attività dell'Industria Italiana, potè
affermarsi rapidamente
quale arma poderosa ed indispensabile. |
La larga esperienza fatta, gli importanti progressi compiuti autorizzano
a fondare le più sicure speranze per l'avvenire dell'aeronautica a scopi civili, e in tale grandiosa impresa
di civiltà, l'Italia non sarà da meno delle altre Nazioni.
QUADRO NUMERICO
DELLE PRINCIPALI DITTE CHE LAVORARONO PER
L'AVIAZIONE ITALIANA
NEL PERIODO 1915 - 1918
|
FABBICHE CHE
COSTRUIRONO |
1915 |
1916 |
1917 |
1918 |
Apparecchi
Motori
Riparazione apparecchi
Riparazione motori
Eliche
Parti ricambio motori
Parti ricambio apparecchi
Parti motori in economia
|
8
6
0
0
3
|
11
12
8
12
11
<===
<===
|
21
17
16
17
31
====103====
=====43====
<====
totale |
27 (1)
18 (2)
29
33
62
===>
===>
135 |
(1)
Otto altre ditte si sarebbero aggiunte nel 1919: esse avevano già iniziato
i lavori di preparazione nel 1918 |
(2)
Sette altre ditte si sarebbero aggiunte nel 1919: esse avevano già
iniziato i lavori di preparazione nel 1918 |
Nei numeri suddetti sono comprese solo le ditte che avevano contratti
diretti con l'Amministrazione Militare |
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