MARIENI SAREDO

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Rassegna stampa + Curiosità

+ La Campagna di Libia 1913 - 14

+ L' Aviazione 1916 - 1917

+ Al Comando Generale del Genio

 

 + Soldati del Genio - Azioni

GENERALE GIOVANNI BATTISTA MARIENI

 + Soldati del Genio - Zappatori

 

 + Soldati del Genio Ricordi e MOVM

BIOGRAFIA (Parte IV)

 + Elenco Medaglie d'oro al V.M.

 

 + Galleria Fotografica

AL COMANDO GENERALE DEL GENIO MILITARE

 

28 OTTOBRE 1917 - 1 agosto 1920

 

 

Per descrivere l'attività svolta dal Gen. Marieni a capo del Genio Militare, dal 28 Ottobre 1917 alla fine della guerra ed oltre, per la ricostruzione degli argini dei fiumi stravolti dalle azioni belliche, fino all'abolizione dell'Ispettotato Generale del Genio, si fa riferimento ad un singolare documento.
E' una sorta di
Curriculum Vitae indirizzato direttamente al Re Vittorio Emanuele di Savoia, che si trasforma in un "cahier des doleances" redatto in un linguaggio diretto, dal quale traspare la consapevolezza e l'orgoglio per la grandiosa opera da lui svolta non solo in Libia o a capo dell' Aeronautica, ma soprattutto nella costruzione e nell'organizzazione delle difese dopo la rotta di Caporetto, ma dal quale emerge la frustrazione ed il risentimento per il mancato riconoscimento pubblico degli indubbi meriti.

Il Memoriale è datato 28 aprile 1920, e fu scritto in un momento di forte commozione causata dal decreto 20 Aprile 1920 che sanciva l'abolizione dell' Ispettorato Generale del Genio con effetto dal 1° Agosto 1920.
L' amarezza è resa ancor più bruciante dalla consapevolezza che il mancato riconoscimento di una qualche tangibile onorificenza, al di là delle belle parole di circostanza, era dovuto al fatto di non aver mai voluto, contrariamente a tanti suoi colleghi, iscriversi alla Massoneria che sempre osteggiò con fermezza perchè convinto che la carriera di un buon militare dovesse essere il frutto di meticolosa preparazione tecnico-scientifica e costante aggiornamento professionale e non della raccomandazione o l'appartenenza a qualche lobby, confraternita o associazione di mutuo soccorso.

 

 


A
S.M. il RE D’ITALIA
Capo Supremo dell’ Esercito

MAESTA’
Nei 44 armi di effettivo servizio da me trascorsi ininterrottamente nell' Arma del Genio, non ho
mai reclamato per i torti ricevuti, sperando sempre che il tempo avrebbe reso giustizia; ma oggi che, in seguito alla soppressione dello Ispettorato Generale del Genio, devo abbandonare l' Esercito, non posso più sperare nel tempo e quindi ricorro alla giustizia di VM.

Fui in Libia negli anni 1913 e 1914 col grado di Colonnello, prima, come Comandante del Genio in guerra e poi come Direttore del Genio della Tripolitania.
Alla fine del 1914, per le benemerenze acquistate, fui proposto per la promozione a maggior Generale per meriti eccezionali.
La Commissione Suprema di avanzamento approvava all'unanimità meno un voto (17 sì ed 1 no) la detta promozione speciale.
Essa doveva verificarsi al 1° febbraio 1915, ma il ministero dell'epoca Generale ZUPELLI, abusando forse del potere di cui era investito, non diede luogo alla promozione.
Non è qui il caso di far rilevare il danno da me subito per questa mancata  promozione: basterà tener presente che nel successivo mese di Maggio entrai in campagna col grado di Colonnello e fui nominato Comandante del Genio del III° Corpo d’ Armata; mentre se fossi stato Maggior Generale mi sarebbe spettato il  Comando del Genio di una Armata.
Ad ogni modo era logico che si doveva sostituire la mancata promozione, alla quale avevo diritto, con una ricompensa dell' Ordine militare di Savoia, considerati i servizi da me resi.

 

II° 

Entrato in campagna il 23 maggio 1915, come Comandante del Genio del III° Corpo d'Armata (cioè del Corpo d'Armata che aveva una maggiore estensione di territorio da difendere e la zona più difficile di tutto il fronte di guerra) per le riuscite operazioni nelle Giudicarie, le quali rivendicarono
all’ Italia una zona, di territorio  non indifferente e non più perduta, fui promosso l’ 8 Ottobre 1915 Maggior Generale per merito di guerra rimanendo Comandante del Genio dello stesso Corpo d'Armata.
Però, per le operazioni di guerra fatte nella Valtellina e nella Valcamonica e nella stesa Valle delle Giudicarie, nelle quali operazioni il contributo dato dai reparti e dai Comandi del Genio da me dipendenti fu assolutamente grandissimo, per cui non fu possibile al nemico l'invasione da quella parte estesissima di territorio nonostante la debolissima nostra occupazione, nessuna ricompensa mi fu concessa.
I lavori di difesa e stradali eseguiti dal Bernina al Lago di Garda, le provvidenze alle quali il Genio ha dovuto far fronte per l'occupazione della zona più alta dell’ Europa, l' immensità del materiale che il Comando del Genio ha dovuto provvedere per far vivere le truppe in zone superiori ai 3000 metri, sono semplicemente enormi e superiori a qualsiasi immaginazione!
Ebbene, ai Comandanti dei Genio degli altri Corpi d'Armata furono concesse ricompense al valore e dell' Ordine militare di Savoia, anche se essi erano stati promossi per merito di guerra al grado superiore.
Nulla fu dato a me.
 

III°

Il 25 Dicembre 1915 fui nominato Direttore Generale dell'Aeronautica Militare.
Forse, S.E. il Generale CADORNA mi aveva prescelto su tutti gli altri Generali dell' Esercito per il mio carattere tenace, per la mia volontà di riuscire nei compiti che assumevo, o per la stima e la fiducia che aveva riposto in me.
Furono 22 mesi di lavoro assiduo e faticoso; mi assunsi responsabilità gravissime, ma riuscii nell’intento di dare al Paese il primato in Aeronautica.
.....Omissis.... 

* * * * *

Il memoriale continua con la descrizione dell' attività svolta a capo della Direzione Generale dell'Aeronautica che già è stata ampiamente trattata nel capitolo "L'Aviazione 1916-1917".
Segue poi con il IV° capitolo che si riporta qui sotto integralmente.

* * * * *

IV°

Il 28 Ottobre 1917, cioè quattro giorni dopo Caporetto, fui nominato Comandante Generale del Genio in sostituzione del Generale BONAZZI che era stato collocato in posizione ausiliaria.
Anche questa volta fui prescelto, per la somma carica dell' Arma del Genio, fra tutti i Tenenti  Generali dell’ esercito.

Era un sogno che si avverava, ma in quali condizioni ?

Giurai però a me stesso di riuscire e di fare brillare ancora una volta e maggiormente se fosse possibile l'opera dell’ Arma del Genio.

V.M. è a conoscenza di quello che raccolsi dell'Arma: si può molto sinteticamente riassumere  in poche righe:

Le compagnie pontieri distrutte ed il materiale da ponte abbandonato sull' Isonzo;

Le compagnie telegrafisti disorganizzate ed il materiale telegrafico tutto da rifare;

Le compagnie minatori e zappatori da riordinare e da rifornire dei relativi parchi di compagnia;

Le compagnie teleferisti della 2°, 3° e 4° Armata e Zona Carnia completamente sfasciate e senza teleferiche, perchè tutte abbandonate; ecc. ecc.

Tutti i materiali per le opere di difesa: come filo di ferro spinoso, sacelli a terra, attrezzi, macchinari, compressori stradali, ecc. ecc. delle dette Armate, tutto perduto ! ! !

Ebbene   :

Otto giorni dopo la Piave era stata attraversata dall' Esercito in rotta e tutta la popolazione veneta si trovava sulla destra del fiume senza che in questo passaggio si avesse la perdita di un uomo e di una barca : l’ Arma del Genio ed in modo speciale il sottoscritto che ricevette direttamente l'incarico, aveva fatto il miracolo di raddoppiare i ponti sulla Piave costruendo ben 8 ponti militari in aggiunta ai permanenti. Ma quali furono le difficoltà di raccolta e di trasporto dei materiali e di gittamento dei detti ponti? E la preparazione delle strade di accesso quale lavoro ha cagionato e quali perplessità ha dato?

Non si è mai fatto il Comando Supremo questa domanda? Non lo credo !

 

 

Ponte di barche sul Piave a Fossalta

Otto giorni dopo Caporetto tutti i ponti permanenti della Piave saltarono regolarmente senza dar luogo ad inconvenienti di sorta, separando così nettamente il nemico da noi.

Incominciò subito naturalmente da parte del nemico il tentativo del forzamento della Piave e di sfondamento sul massiccio del Grappa, tentativi che andarono a vuoto, perchè l'Arma del Genio aveva saputo in pochissimi giorni preparare opere di difesa sufficienti a resistere. 
 

 

Costruzione di una teleferica sul Grappa

Assicurata in tal modo la ritirata dell’ Esercito sulla destra della Piave ed i mezzi di poter momentaneamente resistere e mantenersi sulla linea di battaglia prestabilita dal Comando Supremo, occorreva dare subito il massimo impulso agli altri lavori per una resistenza ad  oltranza su tutto il fronte e per la sistemazione delle truppe nella nuova zona occupata e procedere colla massima sollecitudine al riordinamento dei riparti del Genio, alla costituzione ex novo dei loro parchi e della provvista, di tutti gli innumerevoli materiali necessari.
Il sottoscritto procedeva pertanto:
alla sospensione del rimpatrio degli operai ed alla requisizione di tutti quelli che si trovavano nella zona di guerra;
alla riorganizzazione delle compagnie telegrafisti ed al concentramento nelle località d'impiego;
all'ordinazione di numerose teleferiche, alla preparazione dei complementi in Ufficiali e truppa;
all'ordinazione ed al movimento di numerosi materiali del Genio di ogni specie: stradali, da difesa, idrici, ecc.
al riordinamento del servizio telegrafico, radiotelegrafico e telefonico, ottenendo la formazione di un secondo reggimento telegrafisti (il 7°);
al riordinamento delle compagnie pontieri e lagunari ed alla formazione dei nuovi equipaggi  da ponte, ottenendo la separazione dei due servizi pontieri e lagunari colla costituzione del Reggimento Lagunari (8°) e la sostituzione degli equipaggi a traino meccanico e quelli di prima che erano a  traino animale.
Ottenni inoltre che la sistemazione difensiva delle retrovie mi venisse affidata direttamente.
Per disimpegnare questo grave compito furono costituiti tre Uffici lavoro retti da Generali, uffici i quali abbracciavano ben 15 Direzioni di Zona comandate da Colonnelli e suddivise ciascuna in sezioni.
Con  questo ordinamento regionale e sbrigativo fu possibile al Comando Generale del Genio:  
A)  Di prontamente formare e costituire gli itinerari indipendenti occorrenti alla I° Armata, all'Armata degli altipiani, alla 4a, 2a e 3a Armata per assicurare, in larghissima misura i  rifornimenti e le defluenze nelle retrovie.
 

 

Ponte sul Sile a Casale

 

Ponte sul Sile a Musestre

Tale lavoro ha richiesto la costruzione di ponti militari sul Sile, sul Brenta, sul Bacchiglione,  sull'Adige e sul Po; il rinforzo dei ponti permanenti dei detti fiumi e dei numerosi canali onde permettere il transito delle grosse artiglierie, il miglioramento di molte strade e la costruzione di nuovi tronchi.
 

 

Ponte sul Bacchiglione a Trambacche

 

Ponte sull'Adige a Cà Morosini

Si crearono ben 20 itinerari indipendenti che attraversavano tutta la zona retrostante e l'Adige, rinforzando e costruendo oltre a 140 ponti.
B)  Di costruire sollecitamente in tutti i loro particolari sul rovescio della zona occupata dalle Armate in linea numerose fascie difensive.
Le fascie difensive, come è noto a V.M. si dividevano in :
                                quelle di  Corpo d'Armata,
                                quelle di Armata,
                                e quelle delle retrovie.
Queste ultime erano affidate al Comando Generale del Genio il quale provvide alla costruzione colla organizzazione sopra citata.
Le fascie difensive, la cui costruzione fu diretta dal sottoscritto, ebbero il seguente sviluppo: 

 

1

 - Linea Musone dei Sassi 

KM

  23,00

 

2  

- Linea Isola Vicentina - Riese - Cusignana  

KM

  84,00

 

3  

- Linea Vicenza - Castelfranco - Treviso  

KM

  48,00

 

4  

- Linea di destra del Brenta

KM

  85,00
 

5  

- Linea di destra Astico

KM

  67,00
 

6  

- Linea dalle prealpi Vicentine al Campo trincerato di Vicenza

KM

  76,00
  7

- Campo trincerato di Vicenza

KM

  54,00
  8

- Linea del Bacchiglione

KM

  28
 

- Campo trincerato di Padova

KM

  110,00
 

10

- Linea Mira - Taglio - Foce di Brontolo

KM

  20,00
 

11

- Linea del Mincio

KM

  133,00
 

12

- Linea Progno Ilasi – Adige

KM

  109,00
 

13

- Linea Tartaro – Adige

KM

  82,00
 

14

- Linea Camposampiero – Barbasso

KM

  120,00
 

15

- Linea M. Salder - La Contea

KM

  20,00

            e cioè un totale di ben                                                                   KM                 957,00    di linee difensive, munite di tutti gli appostamenti per mitragliatrici, dei reticolati di filo di ferro spinoso, dei ricoveri e delle vie di comunicazione.
Non posso fare a meno di citare, per l'importanza tecnica e per l'entità dei lavori eseguiti, le predisposizioni degli allagamenti artificiali dal Mincio al mare.
I lavori comprendevano essenzialmente   :
a)  Lo sbarramento del Mincio a Peschiera, per avere una riserva d'acqua di mc. 3.700.000 col Lago di Garda, sovraelevandolo di un metro; ciò dava il mezzo di creare una piena artificiale del Mincio per ben 40 giorni, piena che mediante il taglio dell'argine sinistro del Mincio permetteva, con opportuni lavori, l'allagamento del vasto comprensorio delle Valli Grandi Veronesi ed Ostigliesi dal Mincio inferiore fino a Baruchella nella fossa Maestra.
b)  L'allagamento in sinistra di Adige da Castelbaldo ad Anguillara usufruendo della particolarità che l’ Adige in tutto il basso percorso scorre pensile.
Per tale allagamento si costruirono tre edifizi di presa in modo che il fenomeno potesse svolgersi secondo il piano prestabilito e colla possibilità di regolarlo, arrestarlo o riprenderlo a  secondo dell'opportunità. Le prese si costruirono a Castelbaldo, Piacenza d'Adige e Lusia di Barbona, ciascuna della portata massima di circa 40 metri cubi al secondo.
L'allagamento era compreso tra l’ Adige ed il Canale Fratta-Corzone per una lunghezza di 40 Km. ed una larghezza da 2 a 4 Km.
c)  L'allagamento, sempre in sinistra d'Adige (ad oriente del precedente), ottenuto colle acque del Gorzone e colle acque del mare defluenti verso occidente e rimontanti il Canale dei Cuori.
In questo modo tutta la striscia degli allagamenti veniva ad unirsi alla Laguna di Chioggia.
Tutta la zona allagata non era però continua, ma presentava tre breccie rispettivamente a Taglio Anguillara, Lusia di Barbona e Legnago, breccie che si dovettero chiudere con ben disposte difese.
La linea imponente che veniva così creata dal Mincio inferiore al Mare avrebbe dato il più sicuro affidamento per la salvezza dell'Italia.
 

 
 

Difese in Laguna Veneta - Panoramica del Canale di Crevan

Il sottoscritto ebbe altresì il compito di tenere al corrente le alte autorità Militari nostre e quelle alleate di tutti i lavori di difesa che venivano mano a mano costruiti dai Corpi d'Armata, dalle Armate e dal Comando Generale del Genio.
Perciò pubblicò settimanalmente una relazione con relativa cartina geografica spiegativa al 500.000 indicante il progresso di tutti i lavori e mensilmente una carta alla scala di 1/100.000 la quale per i colori adottati e per le altre indicazioni determinava esattamente lo stato dei lavori su tutta la fronte.
Ma volendo portare a conoscenza dì tutte le autorità militari e specialmente degli Ufficiali Generali o superiori del Genio anche tutti i progressi ottenuti nelle varie manifestazioni dell'Arma del Genio, nelle varie sue specialità durante la guerra, e perchè non si sprecasse, come per il passato, energie, danaro e tempo per lo studio e le esperienze di ritrovati che in altri corpi si erano già adottati, pubblicai un Bollettino tecnico di guerra dell’ Arma del Genio; bollettino che credo unico fra tutti gli eserciti in lotta e che raccolse le più ampie ammirazioni dei competenti sino al punto da non poter soddisfare le numerose richieste.
 

     

Posa reticolato - Argine Torre Caligo

 

Nido di mitragliatrici - Palude del Bossolaro

Il lavoro così compiuto ha raccolto i primi frutti nell'attacco della Piave fatto dagli Austriaci nel Giugno 1918.
L'esercito nemico è riuscito bensì nel primo impeto a sfondare in più punti le prime linee difensive, ma per il numero delle opere costruite, per l’ efficacia del loro tracciato, per l'abbondanza degli ostacoli fu obbligato, come ebbe a dichiarare lui stesso, a fermarsi e quindi a ritirarsi sconfitto.
Fu questa senza dubbio una vittoria del tecnicismo puramente difensiva. 
Il Comando Supremo giustamente pensò e provvide subito dopo per la conquista del territorio perduto dopo Caporetto e per la completa sconfitta dell’ avversario.
Per un attacco sulla fronte prescelta occorreva preparare numerosi mezzi e principalmente il materiale da ponte per attraversare la Piave col maggior numero di ponti militari.
Il lavoro quindi della ricostruzione delle compagnie pontieri, della formazione degli equipaggi da ponte e della preparazione dei materiali fu affidata al Comandante Generale del Genio.
L'Esercito Austriaco aveva dovuto ritirarsi poiché aveva perduto la maggior parte del materiale da ponte nell'attacco della Piave e certamente se si fosse ostinato nel divisamento gli sarebbero mancati completamente i mezzi di comunicazione fra le due rive del fiume.
Occorreva perciò predisporre una quantità assai maggiore di tale materiale da ponte per il nostro attacco.
Lo calcolai nella proporzione del triplo di quello Austriaco, ma non potendo far fronte alla immensità del materiale necessario col tipo regolamentare, perché di difficile e lenta costruzione specialmente per le barche, studiai e feci costruire per circa 3000 metri di ponte un materiale più leggero a travi tubolari che fu chiamato: Passerella tipo Comando Generale Genio.
E fu fortuna, poiché alla battaglia di Vittorio Veneto l'abbondanza del materiale da ponte, non ostante le gravi perdite cagionate dal nemico e dalla piena del fiume, permise di rifare più volte i ponti distrutti e di mantenere costantemente fra le due rive le comunicazioni.
 

 

22 Giugno 1918 - Ponte di barche a S.Donà di Piave

Dopo la nostra grande, immensa e tanto desiderata vittoria, un Generale Inglese, Lord CAVAN, Comandante l’ Armata in linea colle nostre truppe, ebbe a dire: " che la vittoria dell'Italia si deve all’ Arma del Genio ".

Ebbene per la vittoria Italiana dovuta certamente, almeno in parte, all'opera del Genio, il Comandante Generale dell' Arma che aveva fatto tutto quello che assai sinteticamente ho descritto, pagando sempre di persona, come possono attestarlo i vari Comandanti del Genio, i Comandanti di Armata ed il Diario del Comando Generale del Genio, non ebbe alcuna ricompensa militare mentre il Capo ed il sottocapo di Stato Maggiore, il Generale addetto, tutti i Comandanti di Armata, tutti i Comandanti di Corpo d'Armata, quasi tutti i Comandanti di Divisione, ecc. ecc, ricevettero in abbondanza promozioni per merito di guerra, medaglie  al valore e l’ Ordine Militare di Savoia.
Nulla!! ... parmi non solo troppo  poco ...  ma altresì un affronto all’ Arma ed al suo capo.

Iniziato l’ armistizio il sottoscritto presentava il 3 Novembre 1918 un progetto concreto per il ripristino di tutte le opere distrutte sia nelle terre liberate che nelle redente: progetto che, per considerazioni a me ignote, non fu preso in considerazione.
Ad ogni modo era urgentissimo ripristinare gli argini dei fiumi Veneti prima che le piene primaverili sopraggiungessero.
Propose insistentemente ed ottenne di assumere direttamente i lavori, mentre procedevano gli accordi tra Comando Supremo e Governo per gli altri lavori di ripristino.
Il lavoro veramente ciclopico della ricostruzione degli argini dei fiumi Veneti è descritto dettagliatamente nel Volume:
“Il ripristino delle arginature dei fiumi del Veneto dalla Piave al Tagliamento" pubblicato per cura del Comando Generale del Genio.
Il lavoro ottenne l’ ammirazione di tutti e specialmente dei competenti e molto stupì per la sollecitudine colla quale fu eseguito. Ma solo in tal modo si poteva salvare la pianura veneta dalle inondazioni !!
 

 

Argini del Piave - I Generali Marieni e Traniello con il Magistrato delle Acque Comm. Ravà e il Col. Magrini

Nel contempo furono altresì affidati al Comando Generale del Genio tutti gli altri lavori di ripristino, sino al 31 Agosto 1919 giorno nel quale detto Comando venne smobilitato.
L'entità dei lavori eseguiti si può riassumere molto sinteticamente (come risulta dall' ultima relazione settimanale, 30°, dello stato dei lavori) :

Strade  ordinarie

riattati

Km.

     4.416

Ponti per strade ordinarie

riattati e costruiti

Km.

    11.787

Fabbricati

riattati

N.

    28.556

Baraccamenti

montate baracche

N.

      9.984

 

per una superficie di

Mq

   699.268

Impianti elettrici

eseguiti

N.

      2.173

Stabilimenti

riattivati:  Fornaci

N.

       147

 

              Laboratori

N.

         56

 

              Segherie

N.

        120

 

              Mulini

N.

           7

Demolizioni delle opere di difesa

demoliti:   Linee difensive

Km.

      1.834

 

              Reticolato

Mq.

3.508.978

Oltre al ripristino di tutti i ponti ferroviari, degli acquedotti e l' esecuzione di molti altri lavori che qui sarebbe troppo lungo descrivere.
L'organizzazione data ai lavori permise l'impiego contemporaneo di 180.000 operai borghesi, 50.000 operai militari, 40.000 prigionieri di guerra, oltre 15.000 quadrupedi, 8000 carri e 1000 autoveicoli.
Il volume pubblicato per cura del Comando Generale del Genio “Il ripristino della viabilità – Ponti e Strade” il quale comprende solo i lavori dal Novembre 1918 al Giugno 1919, può dare una pallida idea dell'entità e della vastità dell'opera compiuta dal Genio Militare.
Ecco Maestà, il lavoro da me compiuto in guerra e per la guerra.
Discendente da illustri Ufficiali del Genio (come è ben noto a V.M.) ho cercato collo studio e coll' opera di continuarne le tradizioni e così raggiungere al pari di loro il sommo della carriera che da loro stessi mi venne additata.
Ora per esigenze del paese e per il nuovo ordinamento dell’ Esercito, il quale distrugge l’ Ispettorato Generale del Genio, devo lasciare anzi tempo l'ambito posto e cercare con altro lavoro il modo di supplire alla forte diminuzione degli emolumenti.
E’ necessario pertanto che io entri nella nuova lotta con la testa alta dopo un passato intemerato e con quelle soddisfazioni che l’ alta posizione da me occupata durante la guerra ha diritto di pretendere.

Il Ministro della Guerra, On. Avv BONOMI, nel farsi conoscere il provvedimento preso a mio riguardo, così si esprime:
" II campo sempre più vasto consentito alla tecnica militare, la creazione di intere nuove specialità del Genio, l'enorme sviluppo delle altre, le mirabili prove di alto valore e di piena e competenza tecnica data durante la guerra da tutti i reparti dell' Arma, mostrano chiaramente a quale importanza era asceso l’ Ispettorato Generale (perciò lo si abolisce !) assiduo animatore di quanto mirava alla perfettibilità tecnica, principale Ente direttivo per talune essenziali specialità dell'Arma medesima."
“Ma ancora con più profondo rammarico sarà sentita nell' Arma la Sua perdita ora che nella carica  d'Ispettore Generale è impersonato chi nella più difficile e gloriosa parte della guerra fu il Comandante Generale dell' Arma e seppe organizzare e coordinare quella somma di mezzi e di attività, nei più svariati aspetti, che erano richiesti per lo sviluppo della immane lotta e per la sua vittoriosa conclusione”

Maestà sono belle parole, ma .... sempre parole! Ed io credo di aver diritto a qualche cosa di più, perché il pubblico fa i necessari confronti !
Al mio predecessore, che sostituii subito dopo Caporetto, fu concessa la Commenda dell’ Ordine Militare di Savoia, e le sue mansioni si limitarono in guerra a quelle indicate a pag. 85  del 2° Volume della Commissione d'inchiesta, ed oltre a tale concessione fu nominato anche Senatore del Regno.
Non sembra alla M.V. che l'opera mia, in guerra e dopo guerra, meriti almeno altrettanto ?
E sono il Comandante Generale del Genio della Vittoria e l'ultimo Ispettore Generale dell' Arma del Genio !!
Roma,   28 Aprile 1920
 

PRECEDE PARTE I   : BIOGRAFIA IN BREVE

PRECEDE PARTE II  :
ALLA CAMPAGNA DI LIBIA 1913


PRECEDE PARTE III :
ALLA DIREZIONE GENERALE DELL'AERONAUTICA 1915

 

FONTI e LINKS di approfondimento

 

Lord Cavan

History of the Great War
 

L'Associazione Nazionale Genieri e Trasmettitori d'Italia

 

 

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