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+ Sonetti in Morte di Carlo Marieni

DON CARLO (o CARLO BERNARDO) MARIENI

 

 

 

ECCLESIASTICO - LETTERATO - REPUBBLICANO - DOCENTE UNIVERSITARIO


Figlio di Marc’ Antonio, Carlo Bernardo nacque ad Averara nel 1771 ed intraprese la carriera ecclesiastica; divenne prevosto di Averara nel 1794 succedendo allo zio Don Francesco e rimanendo in carica fino al 1797 cioè fino a quando abbandonò l'abito talare.
Perso il padre in giovane età, accudì al fratello minore Giuseppe sul quale ebbe sempre un forte ascendente.

 

 

Egli dimostrò ben presto simpatia per le idee liberaleggianti penetrate in Italia con la venuta dei Francesi, tanto da firmare i documenti inerenti alle sue mansioni di parroco, non nella forma più usuale di "Prevosto Don Carlo Marieni", ma in quella di "Cittadino Carlo Marieni". In seguito, abbandonato l'abito talare, si impegnò, caldo fautore delle idee repubblicane, con il governo della Repubblica Cisalpina.
Fu 
docente di economia all'Università di Pavia (Il Lombroso sostiene invece che "gli venne offerta una cattedra di economia  pubblica nell' Università di Pavia, che per speciali circostanze non polè accettare, e invece ebbe il posto di segretario aggiunto presso l'Economato generale").

 

Ugo Foscolo

 

Studioso molto apprezzato, era amico di Lorenzo Mascheroni e di molti intellettuali della sua epoca fra i quali spiccano

Giovanni Antonio Tadini, Francesco Marinoni, Ugo Foscolo. Questi, dopo la discesa dei francesi in Italia, sotto l'influenza delle idee giacobine s'impegnò nell'attività politica poi, nel 1809, ottenne la cattedra di Eloquenza presso l'Università di Pavia; è probabilmente in quell'ambito ed a causa della comune passione politica che i due si conobbero e si frequentarono.

Carlo Bernardo morì a Milano l' 11 maggio 1843 a 72 anni.

* * *
Giacomo Lombroso, nella sua opera "Vite dei Primarj Generali e Ufficiali che si distinsero nelle guerre Napoleoniche dal 1797 al 1815", Milano, Coi Tipi Borroni e Scotti, 1843, illustra la "BIOGRAFIA DI GIUSEPPE MARIENI CAPO BATTAGLIONE DEL GENIO" e nelle annotazioni, parla anche del fratello:


"Carlo Marieni, fratello di Giuseppe, da noi menzionato di sopra, era uno dei letterati più distinti, più integerrimi e più enciclopedici che la sorte propizia ci abbia fatto conoscere. Esso fu membro del corpo legislativo, poscia gli venne offerta una cattedra di economia pubblica nell'Università di Pavia, che per speciali circostanze non polè accettare, e invece ebbe il posto di segretario aggiunto presso l'Economato generale, indi quello di archivista capo-sezione presso il ministero del culto, impiego che conservò anche dopo il ristabilimento del dominio austriaco sino al 1840.
Morì in Milano l'11 maggio 1843, d'anni 72.

   

Carlo Marieni si ammaestrò per tempo, e molto profondamente, nella letteratura spezialmente del proprio paese; diede indefessa opera alle scienze naturali; si applicò allo studio della economia pubblica e a quello dell'agricoltura, e fece sforzi per migliorare presso di noi anche la pastorizia e toglierla dal suo decadimento.Continuamente occupato nello studio, noi abbiamo di lui varie opere, alcune originali, altre tradotte, od illustrate ristampandole; la nuova edizione che diede del Lasca meritò gli elogi anche di qualche accademico della Crusca, e di parecchi Giornali letterarj.
Tanta poi era la stima che godeva per la sua vasta erudizione, e per la rettitudine e imparzialità de' suoi giudizj, che molti dotti ebbero a lui spesse volte ricorso per consiglio, ecc. il Foscolo medesimo lo consultò prima di dare alla luce qualche suo scritto.
Carlo Marieni giovò alla patria, agli amici, e alla sua famiglia, avendo avuta grandissima parte nella educazione non  solamente  del fratello Giuseppe, ma anche del cugino Giacomo e di due nipoti (Giovanni e Luigi). Essi gliene prof
essano indelebile gratitudine; e noi diamo volentieri  un brevissimo cenno di quanto hanno operato,perché si conosca come vennero felicemente coronate le molte sue fatiche."

“Il Lasca” Anton Francesco Grazzini

 

Nella collezione di manoscritti della biblioteca A. Mai di Bergamo si conservano numerosi carteggi di personaggi illustri (uomini politici, letterati, artisti, filosofi, ecc.) e di enti pubblici e privati. Fra questi carteggi è conservato un consistente gruppo di lettere, collocate sotto diverse segnature.
- 65 R 6   "Collezione di autografi e notizie" "Lettere all'ab. Carlo Bravi": 51(1840-1842).
- 65 R 8   "Collezione di autografi e notizie" "Lettere a Carlo Bravi": 4 (1841-1842).
- 65 R 10 "Collezione di autografi e notizie" e in Specola Epistolari 487 e 799: altre tre lettere (1818-1824)
- Specola Epistolari 229 "Lettere di Giuseppe Marieni al fratello Carlo": 17 (1794-1810) insieme a documenti  
  per la biografia del fratello Giuseppe, una lettera a Carlo Marieni (senza data) e una a Carlo Lochis (1883).

La Biblioteca conserva inoltre - tra le carte di Antonio, o Giannantonio, Tadini (Romano di Lombardia, Bergamo, 1754-1830), matematico, ingegnere idraulico, docente all'Università di Pavia - studi e scritti di idraulica e idrometrica, e lettere "zibaldone" donate da Carlo Lochis. Fra queste vi sono 86 "Lettere a Carlo Marieni" (1789-1830).

La descrizione dei singoli carteggi è tratta dalla pubblicazione della Regione Lombardia: I carteggi delle biblioteche lombarde.
Censimento descrittivo. Volume II, a cura di Vanna Salvadori, Milano, Editrice Bibliografica 1991.
Le schede dei carteggi Biblioteca Mai sono state redatte da Mimmo Boninelli.


Nell'archivio di famiglia sono presenti 8 lettere del fratello Giuseppe, al tempo giovane allievo dell'accademia di Modena, nelle quali tratta con il fratello Carlo questioni prettamente personali. Le lettere che iniziano quasi sempre con l' intestazione "Liberta' Eguaglianza" sono datate come segue:

5 Floreale Anno 6°                                             =           24 Aprile 1798
12 floreale Anno 6°                                            =           1 Maggio 1798
5 germinale Anno 6°                                           =           25 Marzo 1798
3 Complementare (sanculotti) anno 6°                   =           19 Settembre 1798
17 Brumale anno 7°                                            =           7 Novembre 1799
25 Brumale anno 7°                                            =           15 Novembre 1799
12 Ghiacciatore (Nevoso?) anno 7°                        =           1 Gennaio 1799
26 Ghiacciatore (Nevoso?) anno 7°                        =           15 Gennaio 1799

* * *

Il prevosto Don Carlo Marieni anche viene citato a proposito dell'organo della CHIESA PREPOSITURALE DI S. GIACOMO MAGGIORE di AVERARA.
Organo Serassi, 1797 Notizie storiche

Fonte: L. PANZERI, Averara,Chiesa prepositurale di S. Giacomo Maggiore
, Organo Serassi 1797, in XVIII Rassegna Organistica su organi storici della Bergamasca, AA.VV., Bergamo, Provincia di Bergamo, 2000, pp. 54-65.

"La presente analisi storica sull’organo della parrocchiale di Averara trae spunto da un dettagliato lavoro di Giosuè Berbenni, apparso sull’opuscolo della Terza Rassegna organistica su organi storici della Bergamasca. In aggiunta ai documenti conservati nell’Archivio Parrocchiale, citati nel menzionato studio, l’attenta “lettura” dello strumento, realizzata da Giorgio Persico in collaborazione con Francesco Cortinovis durante il recente restauro, ha permesso di far luce su alcuni aspetti, in precedenza forse poco chiari, che vanno ad integrare e completare le conoscenze sul prezioso manufatto brembano. La prima testimonianza cartacea che dà inizio alla cronologia degli eventi è di fine Seicento: in essa ignoti scriventi sollecitavano la ‹‹formatione de organi à più registri›› nella Chiesa Prepositurale di S. Giacomo Maggiore.
Questa notizia può far supporre che nella cinquecentesca chiesa, di cui ora rimane il portico con affreschi coevi, ci fosse un organo di piccole dimensioni, ma a detta di don Lorenzo Grigis, parroco di Averara, l’episodio sopraccitato dovrebbe essere considerato solo come semplice proposta, mai realizzata, nata dal desiderio di dotare la chiesa di uno strumento a canne.

Anche le recenti analisi delle componenti dell’ attuale Serassi, edificato nel 1797, non hanno prodotto alcunché; e ciò è assai significativo se si considera che i celebri organari bergamaschi erano spesso propensi a conservare parti di organi preesistenti, integrandole perfettamente nei loro strumenti di nuova costruzione.
Non ci sono di aiuto nemmeno gli “scritti” poiché, purtroppo, dei progetti, del contratto e di altri documenti che abitualmente accompagnavano la realizzazione di una così importante opera non si ha per ora alcuna notizia; tuttavia dietro la canna centrale del prospetto da un graffitto si legge:
Averara – C / Serassi Orghenari / di Bergamo / Anno primo Repubblicano / Preposito Carlo Marieni / Lazaro Piacessi / Carlo Picamiglio / Deputati / 1797.
Tale iscrizione è importante per la datazione e per l’attribuzione ed è originale e inconsueta, come il riferimento al primo anno della Repubblica Cisalpina. […]

Anche se di alcuni anni successive alla realizzazione dello strumento, le uniche testimonianze scritte che ci rimangono dei costruttori sono due lettere alla Fabbriceria di Averara, una del 31 luglio 1818 firmata da Giacomo Serassi in cui rassicura (…) che apena ariveno qualque duno dei Fratelli farano il posibile di venire ad incordare il Suo Organo (…), l’altra dell’11 settembre 1818 firmata ‹‹Li Fratelli Serassi›› in cui si precisa: (…) saressimo venuti costi nella Fiera quando fossero venuti giunti a casa i Fratelli, che fuor di Stato si trovavano a porre in opera tre organi (…) Che se l’organo fosse stato riaccordato due anni dopo la di lui costruzione in pochissimi giorni si sarebbe ridotto come prima (…) Devono sapere al presente che sono passati 20 anni dacché è costrutto, per cui l’organo averà bisogno di levarlo tutto (…) prevenendoli che non intendiamo sottoporci al danno che può ricare all’organo med°. un artefice a loro talento, qualunque sia la di lui abilità, e non meno alle spese a pagamento del med°. Dal tono di quest’ultima lettera si può presumere che i rapporti tra la Fabbriceria e i Serassi fossero piuttosto tesi; forse rimase tra le parti qualche strascico, poiché sembra che i Serassi non ebbero più a che fare con Averara. Giorgio Persico sottolinea che questo strumento, fin dalla sua costruzione, ebbe sempre problemi di tenuta dell’accordatura a causa dell’elevato tasso di umidità presente in chiesa.[…]"

L'ultimo restauro in ordine di tempo è stato effettuato nel 1999 a cura del Laboratorio Organario Artistico di Giorgio Mariano Persico di Nembro (BG)

http://www.organipersico.com/restauro.asp?COD=31

 

 

 

FONTI e LINKS di approfondimento

"Oltre la Goggia" Numero speciale 2003 a cura delle Comunità Parrocchiali del Vicariato Alta Val Brembana

Vedi anche l'articolo dell' Eco di Bergamo del 10 dicembre 1981 a firma di Roberto Ferrante
"BERGAMASCHI SCONOSCIUTI TESTIMONI DELLA STORIA - IL Mito di Napoleone - CARLO MARIENI.
L'autore simula un' intervista al Prof. Carlo Marieni interrogandolo sui vari aspetti della figura dell' allora rampante Napoleone I visto con gli occhi della società dell'epoca.


 http://www.valbrembanaweb.com/valbrembanaweb/sitogino/documenti/
 http://www.culturabrembana.com/quaderni.html

 http://news.valbrembanaweb.com/index.php/category/averara
 
http://www.bibliotecamai.org/cataloghi_inventari/carteggi/carteggi_marieni.html


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